Accrocchi legalizzati: quando per fare un’auto si mettono d’accordo due case costruttrici | Le peggiori di sempre

Delta Saab flop

Non sempre due teste ragionano meglio di una sola! Questo è un elenco di casi in cui la collaborazione tra due marchi ha dato vita ad auto…discutibili. 

Si dice che non possono esistere due galli in un singolo pollaio. Questa espressione popolare è perfetta per introdurre la lista di oggi che comprende alcune delle collaborazioni tra marchi automobilistici più fallimentari che si siano mai viste. In questi cinque casi, costruttori anche di grande rilievo ed enorme importanza sul mercato hanno finito per creare automobili che hanno deluso profondamente i clienti.

Delta Saab flop
Quando Saab produsse la Delta in versione svedese (Flickr) – www.Fergia.it

Partiamo con un caso shoccante, ossia quello della Saab Delta. Meglio conosciuta in Svezia come Saab 600. Incredibile ma vero, questa vettura si rivelò l’esatto contrario della Delta Integrale, in grado di affrontare ogni tipo di terreno e clima. La 600 infatti era costruita a Chiavasso ma la qualità dei materiali impiegati non resse al gelo dei climi nordici dove la vettura doveva muoversi. Il motore da 85 cavalli non si rivelò all’altezza della versione italiana e, ultimo chiodo nella bara dell’auto, il prezzo venne alzato moltissimo per il sistema di tassazione svedese dell’epoca.

Restiamo in Italia con la poco amata Alfa Romeo Arna, spesso considerata una delle auto peggiori del Biscione in assoluto. Il problema principale della vettura, in realtà molto moderna e dotata di tanti optional all’avanguardia per il 1983, era la mancanza di personalità completa del modello, praticamente una Nissan Cherry con un marchio diverso. Sommato a qualche problema di affidabilità, questo calo di qualità nel design della vettura rispetto ai modelli storici portò a soli 53mila esemplari venduti: un fiasco.

Dalle strade ai rally

Il nome della Lotus raramente è accostato ad insuccessi commerciali. Eppure, quando nel 1996 la casa coreana Kia iniziò a produrre la Elan su licenza con un motore da quattro cilindri per 151 cavalli di potenza, l’auto perse immediatamente appeal. Forse per una questione estetica – il logo della casa coreana mal di adattava ad una sportiva europea – forse per il peggioramento delle prestazioni dovuto all’aumento del peso, la Kia Elan si rivelò un fiasco vendendo appena 1.000 esemplari in un anno sul mercato.

MG Metro flop auto
La MG Metro non riuscì a reggere le aspettative del produttore (LinkedIn) – www.Fergia.it

Il Gruppo B ha dato modo a tantissimi costruttori di esprimersi al meglio delle loro possibilità nel mondo del rally: pensiamo a Lancia, Audi e Peugeot! Tra il 1985 ed il 1986 Austin decise di lanciarsi in questa avventura con una versione della piccola Metro adattata ai duri terreni del campionato mondiale di rally, su cui venne applicato il marchio MG, preparatore sportivo del gruppo British Leyland. La MG Metro era senz’altro un’automobile eccitante e potente ma era difficilissima da controllare e, sopratutto, poco affidabile: ottenne solo un terzo posto in due anni, prima che il Gruppo B chiudesse condannandola all’oblio.

Chiudiamo con la FSO Polonez, forse un’auto meno conosciuta dato che venne venduta soprattutto in Europa dell’Est e Polonia; la vettura si presentava teoricamente come un’auto molto moderna, specie dal punto di vista estetico. In realtà, era solo una Fiat 1500 mascherata con caratteristiche vetuste ed una meccanica superata. L’auto fu un buon successo commerciale ma, per un compratore occidentale abituato a ben altro tipo di vettura, era assolutamente improponibile.