Addio alcol test: adesso rimani a piedi anche senza prova, basta che parli

Guida in stato di ebbrezza, cambia legge

Una nuova sentenza della Cassazione sulla guida in stato di ebbrezza. Fate molta attenzione perché le sanzioni sono durissime

Una  sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che per provare lo stato di ebbrezza di un conducente non è più necessario affidarsi esclusivamente all’alcoltest. Questa decisione, depositata il 2 giugno 2024, ha ribaltato l’idea che l’alcoltest fosse la prova regina in casi di guida in stato di ebbrezza. In effetti, la Corte ha sottolineato che l’accertamento della concentrazione alcolica può avvenire anche senza l’esame strumentale, basandosi su elementi obiettivi. Non è più indispensabile superare la soglia di 1.5 g/l di alcol nel sangue attraverso un test per dichiarare la sussistenza del reato.

Mentre la società continua a discutere su quale sia il miglior equilibrio tra efficacia delle normative e tutela dei diritti individuali, questa sentenza della Cassazione rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilizzazione dei conducenti e un rafforzamento delle misure preventive contro la guida in stato di ebbrezza.

Guida in stato di ebbrezza: la sentenza della Cassazione

Questa decisione rappresenta un cambiamento significativo nella giurisprudenza italiana. Essa permette di basarsi su elementi “obiettivi e sintomatici” per dimostrare l’alterazione alcolica, rendendo le testimonianze degli agenti e l’odore di alcol sufficienti per una condanna. Il caso che ha portato a questa sentenza coinvolge un automobilista di Brescia, condannato a sei mesi di reclusione con un’ammenda di 1.500 euro e la revoca della patente. L’uomo aveva causato un incidente mentre era presumibilmente ubriaco e si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest al momento dell’intervento delle forze dell’ordine. La sua difesa si era basata sull’assenza di prove “incontrovertibili” di ebbrezza, essendo la condanna originaria basata principalmente sulle testimonianze degli agenti intervenuti. La Cassazione ha confermato la condanna, dichiarando che tali testimonianze, unite alla condizione fisica del conducente al momento del fermo, erano sufficienti per provare lo stato di ebbrezza.

Guida in stato di ebbrezza, sentenza Cassazione
Guida in stato di ebbrezza: la sentenza della Cassazione – (fergia.it)

Gli elementi “obiettivi e sintomatici” citati dalla Corte possono includere l’odore di alcol nell’alito, l’incapacità di mantenere l’equilibrio, difficoltà nel parlare in modo coerente, o qualsiasi comportamento che indichi una chiara alterazione delle capacità psico-fisiche. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Ci sono preoccupazioni riguardo alla possibilità di abusi o errori di giudizio. Poiché la mancanza di un test strumentale potrebbe lasciare spazio a interpretazioni soggettive.

Ora è fondamentale che le forze dell’ordine ricevano una formazione adeguata per valutare correttamente lo stato di ebbrezza basandosi su segni esteriori. Inoltre, la decisione della Cassazione potrebbe avere un impatto significativo sui futuri contenziosi giudiziari, poiché stabilisce un precedente per l’uso di prove sintomatiche in assenza di test alcolimetrici.

Nel contesto europeo, l’Italia non è l’unica nazione ad adottare un approccio più flessibile riguardo alla prova dell’ubriachezza al volante. In diversi Paesi, le testimonianze degli agenti e l’osservazione diretta delle condizioni del conducente sono già utilizzate come prove sufficienti.

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