Audi Bruxelles chiude: la fine di un’era per il settore automotive in Europa

Oggi segna la chiusura dello stabilimento Audi di Bruxelles, una decisione che segna un punto di svolta significativo nella storia dell’azienda e nel panorama automobilistico europeo. Questo impianto, che forniva lavoro a circa 3.000 persone, chiude le porte per ora senza alcun acquirente. Questo evento si inserisce in un contesto più ampio in cui la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si accinge a presentare un piano d’azione per sostenere il settore automotive, afflitto da una profonda transizione.

Le motivazioni della chiusura dello stabilimento

Il gruppo Volkswagen, proprietario di Audi, ha citato diversi motivi alla base di questa chiusura. Uno dei principali è il calo globale della domanda di SUV elettrici di alta gamma, come il modello Q8 e-tron, per il quale il sito belga era completamente dedicato. Questa diminuzione della domanda ha pesato sostanzialmente sulle scelte strategiche del colosso tedesco, costringendolo a riconsiderare i suoi investimenti in questa fabbrica. Inoltre, l’azienda ha riconosciuto “sfide strutturali di lunga data” che hanno caratterizzato lo stabilimento, il quale, pur spegnendosi lentamente nel tempo, ha accumulato costi logistici piuttosto elevati.

I sindacati e i lavoratori hanno espresso preoccupazione per il ritardo accumulato da Audi nella transizione verso l’elettrificazione, criticando la scelta di puntare su modelli di fascia alta che risultano eccessivamente costosi da produrre e commercializzare. Nel 2024, l’azienda ha registrato una consegna di oltre 164.000 veicoli completamente elettrici, una cifra che ha mostrato un decremento dell’8% rispetto all’anno precedente, entro un mercato sempre più competitivo. Significativa è anche la flessione delle vendite nel mercato cinese, essenziale per Audi, dove le consegne hanno subito una caduta dell’11%, riducendo così una parte fondamentale delle vendite globali.

Futuro incerto per i dipendenti

Con la chiusura della fabbrica, circa 300 persone continueranno a lavorare nei prossimi mesi in vari dipartimenti come contabilità, risorse umane e settore pulizie, oltre a quelle dedicate allo smantellamento dell’impianto. Questo periodo di transizione potrebbe risultare complesso per i lavoratori, che stanno vivendo un momento di incertezza.

La direzione dell’azienda ha dichiarato di voler supportare i dipendenti colpiti da questa chiusura, mettendo a disposizione un personale dedicato che li assisterà nelle loro ricerche di nuova occupazione attraverso le agenzie per l’impiego regionali. Nonostante ciò, il futuro per questi lavoratori rimane incerto, e molti sono in attesa di scoprire quali saranno le opportunità disponibili nel mercato del lavoro. La chiusura di Audi Bruxelles non rappresenta solamente la perdita di un impiego per i singoli, ma anche un segnale del cambiamento in atto nel settore automotive, che sta facendo fronte a sfide significative e a un contesto economico in forte evoluzione.

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