I guidatori italiani saranno costretti a sostenere ulteriori costi. Le nuove normative ci parlano di un balzello importante nel 2025
L’obiettivo dichiarato del governo è quello di incentivare la transizione verso veicoli a basse emissioni attraverso un sistema di tassazione che penalizzi maggiormente le auto più inquinanti, favorendo invece le soluzioni a zero emissioni. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto significativo sulle strategie di cittadini e aziende, costringendo molti a rivedere le proprie scelte in merito alle proprie auto, orientandosi verso veicoli elettrici o ibridi per contenere i costi fiscali.
Tuttavia, questa transizione non sarà priva di sfide. Bisognerà affrontare l’aumento dei costi di gestione, mentre il mercato automobilistico dovrà rispondere con un’offerta sempre più ampia e accessibile di veicoli elettrici e ibridi. Le infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici dovranno essere potenziate per supportare il crescente numero di auto elettriche sulle strade italiane.
La decisione del governo di incrementare le tasse sulle auto a benzina e diesel rappresenta un cambiamento cruciale, destinato a ridefinire il futuro della mobilità in Italia, con un impatto che potrebbe estendersi ben oltre i confini nazionali, influenzando le politiche ambientali dell’intera Unione Europea.
Un aumento per i guidatori nel 2025
Il panorama delle auto aziendali in Italia è destinato a cambiare radicalmente a partire dal 2025, in seguito all’approvazione della nuova legge di bilancio. Questa introduce un significativo aumento delle imposte per le vetture aziendali a benzina e diesel. Tale misura si inserisce in un più ampio piano di riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD). Per un totale di 3,5 miliardi di euro entro il 2030. Questo è in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano Strutturale di Bilancio (Psb).
Le nuove disposizioni prevedono un incremento della tassazione Irpef e dei contributi sulle retribuzioni dei lavoratori. Si modificano così le norme relative al calcolo della base imponibile per l’Irpef derivante dall’uso del veicolo aziendale. Attualmente, le auto aziendali sono già soggette a tassazione in base alle emissioni di CO2, con un sistema che penalizza i veicoli più inquinanti. Ad esempio, i veicoli che emettono tra 60 e 160 grammi di CO2 sono tassati al 30% del valore determinato dalla percorrenza chilometrica, convenzionalmente fissata a 15.000 chilometri. Superata questa soglia, la tassazione aumenta progressivamente al 50% e al 60% per i veicoli altamente inquinanti.
Questa struttura fiscale ha un impatto sul 90% delle auto aziendali attualmente in circolazione. Al contrario, i veicoli elettrici e ibridi plug-in godono di una percentuale di tassazione ridotta, pari al 25%, incentivando così l’adozione di tecnologie più sostenibili. Tuttavia, le modifiche introdotte dalla Manovra 2025 mirano a rivedere e inasprire ulteriormente queste percentuali, stabilendo una quota fissa del 50% per le auto aziendali a benzina o diesel, a partire dal 1° gennaio 2025. Per i veicoli ibridi plug-in, la tassazione scenderà al 20%, mentre per le vetture elettriche si abbasserà ulteriormente al 10%.
Questa iniziativa fa parte di una più ampia strategia del governo per promuovere la mobilità sostenibile e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. L’articolo 7 della Manovra, nella sezione dedicata alle misure per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, specifica che per i veicoli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025, si applicherà una tassazione calcolata sulla base di una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri. Questo calcolo sarà basato sul costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali elaborate dall’Automobile Club d’Italia, che saranno aggiornate annualmente.