In Italia, esiste un Autovelox davvero implacabile. Tutti sono terrorizzati di incrociare il suo “sguardo” vitreo.
Con una cifra stimata in circa 11mila apparecchi diffusi sul territorio nazionale, l’Italia vanta il triste primato di nazione europea con più rilevatori di velocità fissi in tutto il paese. Anche considerando il rapporto tra quantità di Autovelox e dimensioni del territorio il nostro paese si posiziona sopra nazioni smisurate come USA e Russia in questa poco idilliaca classifica.
Una simile quantità di Autovelox può significare due cose, o che gli automobilisti italiani sono così indisciplinati – o che le autorità li percepiscono come tali – da richiedere una sorta di “cane da guardia” per obbligarli a rispettare il CDS o che i Comuni italiani, cosa sospettata da diverse persone nel nostro paese – intendono solo fare cassa con questi strumenti, prima che far rispettare i limiti di velocità in aree dove è troppo facile andare incontro ad un sinistro.
Tra i decine di migliaia di Autovelox in questo elenco ce n’è uno che a quanto pare risulta ancora più fatale per gli automobilisti che hanno la sfortuna di premere troppo forte sul pedale proprio nel momento in cui lo incontrano sulla loro strada. Si tratta di questo rilevatore di velocità che ha già scatenato un’ondata di proteste a cui si sono uniti a dozzine. Vediamo dove si trova…
Quel maledetto Autovelox infallibile!
Non è strano che un Autovelox sia implacabile ed infallibile nel “beccare” un eccesso di velocità dato che, dopo tutto, è letteralmente il suo unico compito. Quello che stupisce dal punto di vista prettamente numerico è la capacità dell’Autovelox di Colle Santa Lucia, un piccolo paese con circa 350 abitanti situato nel Bellunese. Infatti, questo singolo dispositivo ha fatto incassare ben 1.265.822 euro nel giro di tre anni – 2021 fino al 2023 – al piccolo paese rimpinguando non poco le casse comunali.
Tutti soldi spesi dai cittadini locali? Assolutamente no. L’area è molto frequentata dai turisti e soprattutto da motociclisti e guidatori che scelgono di perdersi per i bellissimi sentieri di montagna locali, molti dei quali risalenti alla Grande Guerra e dove i nostri soldati combattevano e si muovevano per arrivare al fronte.
Sembrerebbe quasi che qualcuno abbia montato lì questo dispositivo ben consapevole del passaggio di tutte queste persone per assicurarsi che i turisti rispettino i limiti di velocità e non turbino la quiete delle montagne di Belluno con moto ed auto. O forse, per fare cassa. Non ci è dato saperlo…