Ma quali BMW, Mercedes o Audi Avant; la station wagon di lusso preferita dagli italiani è una Fiat.
Anche se in questo periodo i marchi Premium di Fiat, per stessa ammissione di Stellantis, sono in una fase di riorganizzazione per poter tornare ai fasti di un tempo, c’è stato un momento storico – molto lungo – in cui Fiat, Alfa Romeo e Lancia erano impegnate in una competizione serrata niente poco di meno che con i tre grandi marchi tedeschi per chi produceva le berline, le sportive e le familiari più potenti ed intriganti.
In uno scontro colpo su colpo andato avanti per decenni, abbiamo visto la Alfa Romeo Sportwagon opporsi alla A4 Avanti di Audi, la Alfa Romeo 164 sfidare all’ultimo cavallo la BMW Serie 5 e naturalmente, la potentissima Lancia Delta lasciarsi dietro l’Audi Quattro sia sui tracciati ufficiali che su strada, se prendiamo in considerazione gli esemplari prodotti in serie limitata per omologare queste auto.
Una vettura su tutte prodotta proprio da Fiat brilla ancora nel campo delle familiari, peccato che sia stata una sorta di miraggio. Si, perché ne è stata costruita una sola per dei clienti…diciamo solo molto speciali che hanno giocato in casa. Basata su una lussuosa berlina del marchio torinese, questa è a mani basse la station wagon, giardinetta e familiare più lussuosa che sia mai stata messa in strada da un marchio europeo.
Fiat 130, la Familiare degli Agnelli
Nel 1969 Fiat presentò quella che è forse la sua berlina di rappresentanza più bella ed iconica. Si tratta della Fiat 130, un modello appartenente ad un’altra epoca, quando i SUV ancora non esistevano ed erano proprio questo tipo di auto a costituire un vero e proprio status per i proprietari. L’auto venne prodotta in circa 20mila esemplari ma solo quattro, destinati ad un cliente speciale, erano in versione familiare.
Ordinata dalla stessa Famiglia Agnelli la Fiat 130 Familiare era un’interessante esperimento proposto per coniugare il lusso della berlina Fiat con la praticità dei modelli familiari costruiti dal marchio. Dal punto di vista delle prestazioni, il motore era il solito V6 da 165 cavalli che forse faceva un po’ più di fatica ad avvicinarsi ai 200 chilometri orari di velocità massima garantiti sulla versione berlina a causa del peso in più.
Le auto vennero assemblate dalla ditta Introzzi che le congegnò rapidamente. Dei quattro esemplari, tre sono finiti ad oggi in collezioni private mentre l’ultima – quella che vedete in foto – è conservata presso il museo della FCA Heritage. Testimonianza alla più grande familiare della storia che non è mai stata costruita in serie. Purtroppo.