BMW ci stupisce con un’avvertenza forte e chiara sull’idrogeno come futuro dell’energia per le proprie automobili.
La casa automobilistica tedesca mette sul piatto una sfida che potrebbe cambiare le regole del gioco: ora sarebbe, per loro, il momento giusto per abbracciare questa tecnologia innovativa. Mentre l’industria ha già visto un radicale cambiamento grazie all’elettrificazione, BMW ambisce a diventare leader in questo nuovo orizzonte energetico.
La ricerca di fonti di energia alternative è più attuale che mai, e l’idrogeno potrebbe rappresentare una soluzione chiave. Infatti, essendo l’elemento più abbondante nell’universo, offre un potenziale praticamente illimitato. Tuttavia, la produzione dell’idrogeno non è senza difficoltà. Ad oggi, richiede enormi quantità di energia, il che rende il suo sviluppo una sorta di questione aperta. BMW non si scoraggia, e anzi, punta a lanciare veicoli a idrogeno, partendo da una produzione in serie prevista per il 2028.
Questa ambizione solleva interrogativi sulle attuali fonti di energia, venendo infine a porsi una questione fondamentale: basarci solo sulle auto elettriche a batteria è un approccio sufficiente? BMW è ben cosciente che un approccio diversificato alla mobilità è necessario per soddisfare le esigenze dei consumatori. L’amministratore delegato, Oliver Zipse, ha espresso più volte preoccupazione riguardo alle normative europee in arrivo, con l’idea che possano neppure potenzialmente un limite alle automobili a motore termico.
È interessante notare che BMW ha avviato una sorta di alleanza, quella che loro stessi definiscono “santa alleanza”, con Toyota. Se l’obiettivo è adesso potenziare le tecnologie a idrogeno, questa collaborazione potrebbe rivelarsi fondamentale. Si parla già del modello BMW iX5 Hydrogen in fase di sviluppo, con l’intento di fornire un’autonomia di circa 500 chilometri e tempi di rifornimento sorprendentemente rapidi. Ciò significa che, nonostante le sfide, l’innovazione è davvero all’orizzonte in questo settore.
Tuttavia, il grande problema rimane: l’infrastruttura di rifornimento per veicoli a idrogeno è ancora molto limitata. Attualmente in Germania, ad esempio, ci sono appena 100 stazioni disponibili, mentre in Spagna la situazione è ancora peggiore, con solo una dozzina di stazioni. Ci si chiede quindi: è davvero pratico pensare che i veicoli a idrogeno possano rimpiazzare le attuali automobili? Gli esperti sono divisi. Molti rispondono che l’idrogeno potrebbe essere più utile in settori industriali, come il trasporto marittimo e aereo invece di quello terrestre.
Un momento decisivo per l’industria dell’automobile
Già nel 2023 l’interesse per la sostenibilità sembra crescere a dismisura, ed è quindi cruciale per il settore automobilistico fare delle scelte attente. Jurgen Guldner, responsabile dei progetti a idrogeno per BMW, è convinto che non c’è tempo da perdere; ora è il momento di agire, prima che l’interesse verso l’idrogeno svanisca o, peggio, che diventi troppo tardi. La situazione attuale potrebbe rappresentare una sorta di terza via: quella del rifornimento a idrogeno che permuta con il desiderio di un futuro più sostenibile.
Nel frattempo, mentre i leader del settore si confrontano per mettere in atto strategie formative sostenibili, BMW sta serrando i ranghi. Chiaro che, nonostante ogni difficoltà, l’azienda è determinata a non lasciarsi sfuggire l’opportunità di emergere come pioniera in un campo che è ancora in fase di esplorazione. Con una crescente attenzione verso l’idrogeno come alternativa ora o mai più, il cambiamento è vicino, ma rimane da vedere come e quando si concretizzerà.