L’auto più celebre di tutti i tempi finisce in un cimitero unico al mondo: una storia da perdere la testa.
Nel mondo dell’automobilismo, ci sono storie che sembrano uscite da un romanzo giallo. Una di queste riguarda una collezione di Ferrari abbandonate, una scoperta che ha suscitato sorpresa e curiosità tra gli appassionati di auto d’epoca. Il fenomeno noto come “barnfind”, ovvero il ritrovamento di veicoli storici dimenticati in luoghi improbabili, ha recentemente portato alla luce un tesoro di cavalli rampanti che ha catturato l’attenzione dei media e degli esperti del settore.
Una passione che diventa collezione
La storia inizia con un misterioso avvocato, un professionista di successo negli anni ’90, la cui passione per le auto sportive lo ha portato a collezionare alcune delle macchine più iconiche di Maranello. Inizialmente attratto dalle Corvette americane, il nostro protagonista ha presto rivolto il suo interesse verso le eleganti e potenti auto europee, in particolare quelle della Ferrari. La collezione che ha messo insieme è impressionante: una Testarossa, una 308 Quattrovalvole, due 328, tre 348, diverse Mondial e, come simbolo dell’adattamento della Ferrari al mercato statunitense, una 400i automatica.
Gli anni ’70 e ’80 furono un periodo d’oro per la casa automobilistica italiana, e la collezione dell’avvocato ne è un chiaro riflesso. Tuttavia, la vita è imprevedibile, e nel 2011/2012 l’avvocato è stato colpito da una grave malattia. Le conseguenze furono devastanti: impossibilitato a pagare per la custodia delle sue amate Ferrari, queste furono trasferite in un campo, esposte alle intemperie e al trascorrere del tempo.
Per circa un decennio, le auto rimasero in uno stato di limbo, deteriorandosi lentamente sotto il sole e la pioggia. L’avvocato, scomparso dalla storia, lascia il compito di recuperare le auto alla sua famiglia. Il processo di recupero fu lungo e complicato, e alla fine due delle vetture risultarono scomparse, presumibilmente vendute da individui senza scrupoli. Questa parte della storia ricorda il caso della BMW M1 Autogas di Harald Ertl, venduta alle spalle della sua vedova da un direttore di museo senza scrupoli.
Con la collezione recuperata, ma in condizioni critiche, la famiglia si trovò di fronte a un dilemma. Senza esperienza nel settore, decisero di contattare Paul Cox, uno specialista della Ferrari e organizzatore del Festival Ferrari di Houston. Grazie alla sua esperienza, Cox riuscì a trovare un concessionario disposto a rilevare l’intera collezione. Nonostante il deterioramento, le Ferrari furono vendute, probabilmente a prezzi ridotti, ma con la speranza che un accurato restauro potesse riportarle al loro antico splendore.
Un futuro incerto ma promettente
Il destino di queste auto ha suscitato grande interesse tra gli appassionati, con molti che si chiedono se le vedranno mai esibite al Ferrari Houston Festival. La storia di queste Ferrari abbandonate non è solo un racconto di perdita e recupero, ma anche un richiamo alla passione e all’amore per le auto d’epoca. Ogni veicolo ha una storia da raccontare, e queste Ferrari, una volta riportate alla vita, continueranno a far sognare chi ha la fortuna di ammirarle.