L’annuncio del Presidente statunitense Donald Trump riguardo ai potenziali dazi sulle importazioni di automobili sembra destare preoccupazioni crescenti in Giappone. Secondo il quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, esperti e rappresentanti di importanti case automobilistiche avvertono che una misura di questo tipo potrebbe avere ripercussioni devastanti sull’intero settore automotive nipponico. La questione è particolarmente rilevante data l’attuale vulnerabilità delle case automobilistiche giapponesi, prevalentemente dipendenti dalle vendite nel mercato statunitense.
L’importanza del mercato statunitense per le case automobilistiche giapponesi
Il Giappone occupa una posizione di rilievo nell’industria automobilistica mondiale, con marche di prestigio come Toyota, Honda e Mazda. Il mercato statunitense è il secondo più grande al mondo e, in particolare per Toyota, le vendite negli USA rappresentano una fetta significativa del business. Nel 2024, Toyota ha registrato vendite globali di circa 10,15 milioni di veicoli, di cui oltre 2,33 milioni sono stati immatricolati in territorio statunitense, con circa 530.000 di queste vetture che sono state esportate direttamente dal Giappone. Questo trend si riflette anche in Mazda, che ha visto circa 420.000 auto vendute negli Stati Uniti, con oltre la metà delle immatricolazioni provvenienti da esportazioni nipponiche.
Le esportazioni di veicoli giapponesi verso gli Stati Uniti sono state significative, con il ministero delle Finanze che ha riportato un totale di 1,37 milioni di veicoli e un valore che supera i 6.000 miliardi di yen, corrispondenti a circa 37,5 miliardi di euro. Tali dati evidenziano come il futuro delle case automobilistiche giapponesi possa essere gravemente compromesso in caso di attuazione dei dazi.
Conseguenze economiche dei potenziali dazi
Se i dazi dovessero entrare in vigore, uno dei percorsi individuati per il settore sarebbe quello di incrementare la produzione negli stabilimenti situati negli Stati Uniti. Tuttavia, questa strategia non è priva di complessità, come ha osservato una fonte interna di Toyota. In caso di attuazione dei dazi, l’aumento dei costi di produzione avrebbe inevitabilmente come conseguenza l’innalzamento dei prezzi delle automobili, armeggiando così la competitività nel mercato.
Honda ha recentemente avvertito che l’introduzione di tariffe sulle importazioni provenienti da Messico e Canada potrebbe comportare perdite stimate in oltre 700 miliardi di yen, equivalenti a circa 4,4 miliardi di euro. Questo calo potrebbe avere un effetto a catena, influenzando negativamente anche i partner commerciali e i produttori di componenti per auto. La situazione è ancor più critica per Mitsubishi, che al momento non sfrutta impianti di produzione negli Stati Uniti e si troverebbe quindi con opzioni limitate.
La posizione del governo giapponese e le preoccupazioni future
Il governo giapponese è attivamente coinvolto in questa situazione ed è pronto a monitorare da vicino le decisioni che potrebbero arrivare dalla Casa Bianca. Un alto funzionario del ministero dell’Economia ha espresso preoccupazioni riguardo alle potenziali aliquote dei dazi e sui Paesi coinvolti. La paura principale rimane che l’industria automobilistica possa essere presa di mira, il che avrebbe conseguenze dirette sui piani di produzione di tutti i produttori giapponesi e sul relativo indotto.
In questo contesto, le autorità giapponesi stanno valutando strategie per mitigare l’impatto dei dazi, cercando nel contempo di mantenere un dialogo aperto con l’amministrazione statunitense. Il settore automotive giapponese si trova così in un momento cruciale, dove decisioni politiche a livello internazionale potrebbero determinare il suo futuro.