La vettura di cui andiamo a parlare ha segnato un’epoca, grazie ad una famosa trilogia di film. Nessuno però l’aveva vista coperta d’oro.
La storia del mondo dei motori è piena di episodi affascinanti, marginali di fronte ai grandi numeri e i grandi successi che automobili vendute in tutto il mondo come la Toyota Corolla, la Fiat Cinquecento e molte altre hanno macinato. Sono però proprio queste storie rimaste come piccoli paragrafi nell’enorme libro della storia dell’auto a rendere leggendarie le persone che hanno creduto e investito in questi progetti, anche se sono andati male.
I più attenti tra voi avranno già pensato ad un’automobile che si inserisce perfettamente in questa categoria di progetti: la leggendaria De Lorean DMC-12 del 1981, un’auto che ha fatto sognare gli interi USA partorita dalla mente dell’Ex dirigente General Motors John De Lorean. Una vettura che, purtroppo, sul mercato è stata un totale fallimento, portando la De Lorean a chiudere i battenti dopo appena 9mila esemplari costruiti e venduti.
L’auto è stata un fiasco sul mercato civile, certo, ma una nota trilogia chiamataRitorno al Futuro in cui il veicolo compare come Macchina del Tempo l’ha resa immortale. Tutti conosciamo questa parte della storia! Quella che meno persone, però, conoscono è la storia di una di queste vetture completamente placcata in oro. Ecco per quale motivo nacque e che fine ha fatto oggi…
La Macchina del Tempo d’oro: un modello inestimabile…
La storia delle De Lorean placcate in oro si lega a quella di American Express, noto colosso della finanza americano che ad inizio anni ottanta decise di lanciare una serie di automobili con questa speciale livrea per ragioni pubblicitarie: De Lorean, fiutando l’affare, avviò subito una collaborazione con il gruppo prima ancora di avere la DMC-12 finita e pronta per la produzione in serie.
Teoricamente parlando dovevano essere costruite un centinaio di automobili di questo tipo, con prezzo unitario pari a 85mila Dollari dell’epoca ma, alla prova dei fatti, ne vennero prodotte solo due: le auto avevano i numeri di telaio 4300 e 4301 a cui si aggiunse poi una terza vettura, assemblata con i componenti di altri veicoli. Un’operazione di marketing, insomma, che rimase fine a se stessa.
Se l’accordo con American Express fosse andato a buon fine e se De Lorean non fosse rimasto coinvolto in uno scandalo che ha portato alla chiusura della sua azienda, forse oggi avremmo più vetture di questo tipo in circolazione. Invece, le De Lorean d’oro sono modelli unici, di valore inestimabili. E forse, anche delle icone un po’ kitsch di una cultura americana de ruggenti anni ottanta che non può non affascinarci.