La piccola Smart? In realtà, possiamo dire che sia stata tutta un’invenzione italiana, ecco le prove.
Di recente, gli appassionati di uno storico modello di citycar hanno avuto una notizia sconvolgente: ebbene si, è vero, la leggendaria Smart Fortwo, il vero e proprio segreto per parcheggiare ovunque e infilarsi nel traffico più aggressivo facendo lo slalom non è più disponibile sul mercato. Certo, si può sempre comprare usata: questo però vuol dire che nei piani del brand tedesco non rientra la produzione di un’auto che ha resto Smart il colosso che è oggi.
Parlando proprio della piccola di casa Smart – che comunque potrebbe un domani tornare in produzione come Smart #2 secondo alcuni dirigenti del brand, ma questa è un’altra storia! – sapete che un produttore italiano aveva già ideato qualcosa di simile in tempi non sospetti anticipando ancora una volta una moda poi divenuta un trend? Neanche a dirlo, si tratta di Fiat che propose un design molto simile all’auto tedesca, tanto tempo fa…
La casa Smart è stata fondata ufficialmente nel 1996 quindi, senza puntare il dito contro il costruttore tedesco chiaramente, potremmo anche pensare che abbia preso spunto da questo modello: la Fiat DownTown del 1993, una concept car che, purtroppo con il senno di poi, non ha mai superato la fase di pre-produzione, restando solo un prototipo che ci lascia un interrogativo: e se Fiat avesse prodotto la Smart prima di Smart stessa cosa sarebbe successo?
La Smart italiana: tre posti e tanta fantasia!
Il progetto di una piccolissima automobile in grado di infilarsi qua e là nel traffico cittadino alletta tutti i costruttori ma forse, fu proprio Fiat il primo ad idearne una. Disegnata da Chris Bangle e lunga appena due metri e mezzo, la DownTown sorprese tutti quando venne svelata al Salone dell’Automobile di Torino. Si, la linea non era proprio degna di Pebble Beach ma l’auto era molto funzionale: pensate che aveva qualcosa a cui nemmeno Smart ha potuto porre rimedio.
La piccola della casa torinese ovviava al problema dei soli due posti a bordo con una configurazione a tre sedili che poi ritreremo sulla famosa Fiat Multipla. Non è tutto: l’auto aveva una propulsione elettrica, cosa che la rende anche un’antenata delle modern citycar a batteria con un’autonomia di ben 300 chilometri a patto di dimezzare la velocità massima di 100 chilometri orari, procedendo a 50. I motori erano due, da 9,5 cavalli ciascuno, montati posteriormente.
Per finire, l’auto pesava appena 700 chilogrammi nonostante il peso delle batterie a bordo. Purtroppo, questo interessante progetto venne sospeso quando erano stati prodotti appena tre prototipi, oggi conservati dalla FCA Heritage; la storia, forse, sarebbe stata molto diversa se quest’auto avesse visto la produzione in serie: ad oggi, rimane solo un grande rimpianto per il marchio di Torino, considerando come sono evolute le auto nei decenni a seguire!