La FIA allontana Johnny Herbert: la presa di posizione di Christian Horner e le conseguenze

In un risvolto recente nel mondo della Formula 1, la FIA ha annunciato la fine della collaborazione con Johnny Herbert come commissario durante i weekend di Gran Premio. Questa decisione ha suscitato commenti e analisi, in particolare da parte di Christian Horner, team principal di Red Bull Racing, che ha sostenuto la scelta della Federazione, evidenziando l’incompatibilità tra le sue funzioni di commissario e il suo lavoro come opinionista.

La decisione della FIA e le ragioni dietro l’allontanamento

Mercoledì, la FIA ha ufficializzato che Johnny Herbert non ricoprirà più il ruolo di commissario, additando come principale motivazione le sue apparizioni come opinionista per siti legati alle scommesse. Questo coinvolgimento, secondo la Federazione, crea un conflitto d’interessi che non può essere tollerato in un ambiente dove è cruciale la neutralità e l’integrità delle decisioni sportive. La FIA ha affermato: “Johnny è ampiamente rispettato e ha apportato al suo ruolo un’esperienza e una competenza inestimabili”, riponendo però l’accento sulla necessità di una netta distinzione tra questi ruoli.

Horner, nella sua analisi della situazione, ha ribadito che la decisione di allontanare Herbert è corretta, e ha voluto chiarire che non vi è stata alcuna pressione da parte di Max Verstappen, campione del mondo in carica, riguardo questa questione. Ha dichiarato: “Non si possono avere steward che lavorano con i media. Non è così nella Premiership. Non esiste in nessun’altra forma di sport professionistico.” La sua posizione sottolinea l’importanza di garantire che le figure arbitrarie siano completamente dedicate al loro compito, evitando qualsiasi ambiguità.

I contrasti tra Herbert e Verstappen e le reazioni del paddock

Nel corso della passata stagione, Johnny Herbert ha spesso espresso opinioni su Max Verstappen, il che ha portato a diversi contrasti tra i due. Questo rapporto teso, unito al suo recente allontanamento, ha sollevato interrogativi sul ruolo degli opinionisti e su come le loro dichiarazioni possano influenzare le dinamiche dentro e fuori la pista. Horner ha affermato con decisione che l’allontanamento del 60enne rappresenta una scelta giusta, cercando di mantenere la professionalità e il rispetto delle regole all’interno del campionato.

Le dichiarazioni di Jos Verstappen, padre di Max, hanno ulteriormente alimentato il dibattito. Jos ha espresso la sua convinzione che un commissario non dovrebbe parlare con la stampa, sostenendo l’idea che ogni steward debba rimanere imparziale e non influenzato da opinioni esterne. D’altro canto, Herbert ha difeso le sue posizioni, insistendo sul fatto che vi fosse separazione tra i suoi ruoli di opinionista e commissario. “Quando parlo con le persone il lunedì o il martedì, questo esula dalle mie responsabilità di steward,” ha affermato.

La questione della professionalizzazione degli steward

Il licenziamento di Herbert ha riacceso il dibattito sulla necessità di professionisti a tempo pieno per ricoprire i ruoli di steward nel motorsport. Zak Brown, amministratore delegato della McLaren, ha sollevato questa questione, sostenendo che l’impiego di steward part-time in uno sport multimiliardario potrebbe rivelarsi controproducente. Brown ha detto: “Non credo che il fatto di non avere steward a tempo pieno non sia positivo,” invitando a riflettere su come garantire che le decisioni all’interno delle competizioni siano sempre professionali e accurate.

La sua proposta di rendere retribuiti e a tempo pieno gli steward potrebbe contribuire a migliorare il livello di competenza e di affidabilità delle decisioni prese durante i gran premi. Ha anche suggerito una reinterpretazione delle regole, per consentire agli steward di prendere decisioni più soggettive e meno rigide. Questa apertura potrebbe rappresentare una evoluzione importante per il mondiale, dove le variabili in gioco richiedono una maggiore flessibilità e comprensione.

Il dibattito è quindi aperto e potrebbe influenzare le future politiche della FIA riguardo alla gestione delle competizioni e dei funzionari sportivi. In un ambiente tanto competitivo e scrutinato, la questione della professionalità e dell’etica nel ruolo arbitrale potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro della Formula 1.

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Cristian Lorato