Due icone. Sia la star del cinema americano, volato via troppo presto. Sia questa splendida auto tedesca. Una storia che dovete conoscere
L’eredità di questo mito, non solo del cinema, ma anche del modo di affrontare la vita, continua a vivere attraverso la sua arte e le storie che lo circondano. Quest’auto di cui vi parliamo oggi, con il suo mix di fascino, tragedia e mistero, resta un simbolo di quel periodo e di uno spirito indomito e appassionato.
Icona del cinema e simbolo di una gioventù ribelle e sognatrice. Ha lasciato un’impronta indelebile non solo nel mondo del cinema, ma anche in quello delle corse automobilistiche. La sua passione per le auto e le gare era tanto forte quanto il suo amore per la recitazione. Tra tutte le autovetture possedute, la più famosa è senza dubbio questa affettuosamente ribattezzata “Little Bastard”. Questo veicolo non è solo sinonimo della tragica fine dell’attore, ma è anche avvolto da un’aura di mistero e leggende che continuano a suscitare fascino e interesse.
L’auto maledetta della star del cinema
La Porsche 550 Spyder era un’auto da corsa pura, progettata per le competizioni e non per il semplice piacere di guida. James Dean l’amava moltissimo e l’aveva acquistata con l’intento di partecipare alle gare americane ufficiali, un desiderio che coltivava da tempo. Infatti, prima di guidare la famigerata 550 Spyder, Dean aveva già partecipato a diverse gare con una Porsche 356, un modello più adatto al gran turismo. Nonostante la sua inclinazione per la recitazione, Dean trovava la sua vera essenza nella velocità e nell’adrenalina delle corse: «Solo quando sono in gara mi sento completo», era solito dire.
La storia della “Little Bastard” è tanto affascinante quanto tragica. Dopo aver terminato le riprese del film “Il gigante”, Dean non vedeva l’ora di mettersi al volante della sua nuova Porsche. La mattina del 30 settembre 1955, decise di guidarla personalmente da Los Angeles a Salinas, dove avrebbe dovuto partecipare a una gara. Voleva prendere confidenza con l’auto, ma il viaggio si trasformò rapidamente in una tragedia. Lungo la Route 466, un giovane studente alla guida di una Ford tagliò la strada a Dean, provocando un impatto fatale. Dean perse la vita a soli 24 anni, entrando così nella leggenda e diventando il primo attore a ricevere una candidatura postuma all’Oscar.
Se la vita di James Dean si interruppe bruscamente, la storia della “Little Bastard” continuò a vivere in un modo quasi surreale. Dopo l’incidente, l’auto fu acquistata da George Barris, un rinomato customizer dell’epoca, che ne vendette alcuni pezzi e la espose in diversi eventi. Tuttavia, i componenti venduti sembravano portare con sé una maledizione: causarono ulteriori incidenti e persino morti, alimentando la reputazione dell’auto come “maledetta”. Durante i suoi spostamenti per le esposizioni, la Porsche fu coinvolta in altri episodi sfortunati, finendo infine per scomparire misteriosamente nel 1960, quando i suoi resti furono rubati da un treno.
La “Little Bastard” era una macchina straordinaria, non solo per la sua storia, ma anche per le sue caratteristiche tecniche. Con una lunghezza di 3,7 metri, una larghezza di 1,5 metri e un’altezza di appena 98 centimetri, pesava meno di 600 kg. Sembrava quasi un’auto giocattolo agli occhi degli americani del Dopoguerra, abituati a veicoli ben più imponenti. Tuttavia, il suo motore da 135 CV era una meraviglia ingegneristica per l’epoca, capace di raggiungere oltre 7.000 giri al minuto con un motore 1.5 boxer 4 cilindri, prestazioni che in quegli anni si ottenevano solo con motori V8 di 5 litri. Nei suoi centinaia di esemplari prodotti, la 550 Spyder è diventata un’icona, tanto che oggi il suo valore supera i 5 milioni di euro.