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L’occasione sfumata di Bertone: ricordi questo capolavoro su ruote? Nessuna è come lei – [VIDEO]

Questo modello sarebbe stato perfetto per affrontare l’estate Italiana con stile ma purtroppo, non potremo mai vederlo. Il motivo è semplice. 

Un’automobile che sfida le convenzioni e unisce passioni diverse è ciò che rappresenta la Bertone Runabout. Un’icona del design, questo modello progettato da Marcello Gandini cattura l’immaginazione con il suo stile unico. La Runabout non è soltanto una vettura, è un’autentica dichiarazione di intenti, un ibrido tra un’auto e un motoscafo che risale al 1969. In questo articolo, andiamo a esplorare la storia di questa straordinaria concept, mettendo in luce gli elementi che la rendono un pezzo ricercato e ammirato da molti collezionisti e appassionati di automobili.

La Bertone Runabout, conosciuta anche come Autobianchi Runabout, rappresenta un’epoca in cui il design automobilistico si fondeva con le influenze nautiche. Questo modello è la creazione di Marcello Gandini, un designer che nel 1969 ha pensato a una vettura diversa, innovativa, che rompesse gli schemi. Il termine “runabout” in inglese rappresenta una piccola imbarcazione a motore, ma in questo caso si riferisce anche a un’auto completamente aperta, come quelle che si vedevano all’inizio del Novecento. La Runabout riesce quindi a combinare intelligenza ed eleganza.

La rarità di questo esemplare la rende unica nel suo genere. Tenuta in condizioni impeccabili all’interno della Collezione ASI Bertone, la Runabout celebra il suo debutto al Salone dell’Auto di Torino nel 1969. Ma c’è di più: per commemorare questo anniversario leggendario, un gruppo di ingegneri e designer sta lavorando senza sosta a una nuova edizione della Bertone Runabout, pronta per essere rivelata alla fine di ottobre. Un ritorno che promette di far parlare di sé e che rievoca emozioni di un passato che ama essere rivisitato.

Il tocco inconfondibile di Marcello Gandini

Marcello Gandini non è soltanto un nome nel panorama del design automobilistico; è un’istituzione. La sua abilità nel creare linee e forme ha lasciato un’impronta indelebile. La Bertone Runabout ne è un eccellente esempio. Le sue linee cuneiformi, gli archi bombati dei passaruota e quegli “specchi” di coda verticali rendono subito riconoscibile lo stile di Gandini. Progettando veicoli come la Lancia Stratos HF e la Lamborghini Countach del 1971, Gandini ha dimostrato di saper mescolare aerodinamica e estetica in modo eccellente.

La Bertone Runabout è tra le più belle automobili che non vedremo mai prodotte in serie (Carrozzieri Italiani YouTube) – Fergia.it

In aggiunta, la Runabout condivide alcune somiglianze con la Fiat X1/9, il che evidenzia ulteriormente la gamma di design accattivanti di quel periodo. Con proporzioni che catturano l’attenzione e un motore posizionato in modo inusuale, il design di Gandini non è mai disconnesso dal contesto. La ricerca di linee pure e di forme che quasi fluttuano nel tempo rende la Runabout un vero pezzo da collezione. La fusione di diversi elementi, tutto con la mano esperta di Gandini, ha dato vita a una vettura che continua a essere, per molti, un sogno su ruote.

Innovazione meccanica: il cuore della Runabout

Nonostante il suo aspetto da concept sportivo, la Bertone Runabout cela sotto la sua carrozzeria deliziosamente stilizzata una meccanica sorprendente. La vettura è costruita su una base dell’Autobianchi A112, un’auto nota per il suo design compatto. Ma non fatevi ingannare, perché nella Runabout nulla è come appare. Il motore da 1.1 litri della Fiat 128 è alloggiato in posizione centrale, mentre la trazione è posteriore, un’inversione audace rispetto all’originale meccanica della A112.

Questo cambiamento radicale non solo conferisce alla Runabout una manovrabilità eccezionale, ma trasforma anche le caratteristiche dell’auto in un’esperienza di guida avvincente. La Runabout è una due posti senza parabrezza e tetto, dotata solo di un piccolo deflettore anteriore e di fari ben integrati, massimizzando l’impatto visivo della vettura. I fari supplementari fanno capolino nella parte bassa, pur mantenendo l’estetica pura che caratterizza la creazione di Gandini.

La Runabout, dunque, è molto più di una semplice automobile. È un insieme di innovazioni meccaniche e scelta stilistica che riflettono la lungimiranza di un’epoca. Anche senza un parabrezza, offre un’inedita connessione tra il guidatore e la strada, creando una sorta di esperienza di guida unica. Non è un punto di vista comune, ma i progettisti di Bertone hanno voluto spingersi oltre i limiti della tradizione automobilistica, e così hanno creato qualcosa di straordinario.

Un’occasione sfumata per Autobianchi

La Bertone Runabout rimane un’unica realizzazione, un esempio molto raro nel panorama automobilistico. Quando il marchio Autobianchi fu acquisito da Fiat, la possibilità di produrre una speedster così audace svanì nel nulla. Nonostante la Runabout fosse una concept affascinante, il marchio non mostrò intenzioni di sviluppare un simile modello, soffocando così quello che avrebbe potuto essere uno dei più memorabili esemplari di automobili sportive italiane.

La situazione è complessa. Mentre l’Autobianchi A112 era al centro della campagna pubblicitaria, la Runabout rappresentava un’alternativa intrigante ma purtroppo trascurata. Avrebbe potuto sostituire la Stellina, l’auto sportiva di quel periodo, ma l’insieme di circostanze ha fatto sì che rimanesse solo un sogno nel cassetto. La presenza già nel catalogo della Fiat 850 Spider ha contribuito a affossare del tutto qualsiasi tentativo di sviluppo della Runabout. Un peccato, considerando che, ancora oggi, molti la ricordano con nostalgia considerando il suo fascino intramontabile.

Questa storia affascinante della Bertone Runabout ci ricorda quanto sia importante viaggiare nel tempo attraverso il design e l’ingegneria, elementi che hanno unito auto e nautica in una simbiosi perfetta, e che, ricreate in futuro, potrebbero di nuovo far sognare generazioni di appassionati. La Runabout riemerge dal passato non solo come un veicolo da ammirare, ma anche come un simbolo della creatività e dell’ingegno che caratterizzano l’industria automobilistica italiana.

Published by
Manfredi Falcetta