Massimo Sestini racconta il suo drammatico incidente e l’impegno etico nella fotografia

Massimo Sestini, rinomato fotografo italiano, ha recentemente condiviso la sua esperienza di un incidente quasi fatale avvenuto mentre era in addestramento con il reparto sommozzatori della Guardia Costiera. Il fotografo, noto anche per le sue straordinarie immagini legate a eventi di cronaca, ha raccontato di come ciò lo abbia portato a riflettere sulla sua etica professionale, con un esplicito riferimento a episodi del passato legati a tragiche perdite nel mondo della Formula 1.

Il drammatico incidente nel lago di Lavarone

Massimo Sestini si stava formando insieme agli uomini della Guardia Costiera all’interno del lago di Lavarone, quando un’improvvisa difficoltà lo ha messo in serio pericolo. “Mi ero immerso nel ghiaccio dell’acqua torbida e ho sperimentato una sensazione di soffocamento, un evento rarissimo,” ha raccontato Sestini in un’intervista al Corriere della Sera. Durante l’immersione, il fotografo ha tentato invano di utilizzare il suo erogatore, convinto che fosse rotto. La situazione si è aggravata ulteriormente quando anche l’erogatore di un subacqueo vicino a lui si è rivelato non funzionante. “In pochi attimi, ho cominciato a ingerire acqua,” ha aggiunto.

Fortunatamente, un altro subacqueo ha notato la gravità della situazione e lo ha riportato in superficie. “Mi si era bloccata la glottide. A terra, sputavo sangue e acqua,” ha proseguito Sestini, descrivendo la scena. Grazie all’intervento tempestivo di Giuseppe Simeone, capo del primo nucleo sub della Guardia Costiera, e alla sua recente formazione come istruttore di salvataggio, il fotografo ha ricevuto un doppio massaggio cardiaco a bordo campo. Subito dopo, l’elisoccorso è giunto per trasportarlo in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie per una polmonite causata dall’acqua ghiacciata.

La scelta di etica professionale in un momento critico

Molti conoscono Massimo Sestini non solo per il suo inatteso incidente, ma anche per la sua revisione dell’etica professionale nel mondo della fotografia. In un passaggio del suo racconto, Sestini offre uno spaccato significativo riguardo alla sua carriera, culminata in scatti che hanno fatto la storia. Uno degli eventi che hanno segnato la sua vita professionale risale al primo maggio 1994, quando i piloti Ayrton Senna e Roland Ratzenberger persero la vita durante una gara a Imola.

Il fotografo ha narrato di un episodio in cui un infermiere di Bologna vendette alla sua agenzia delle foto dei corpi dei due piloti per una somma considerevole. “Dissi al direttore di Panorama, Andrea Monti, che non avrei pubblicato quelle immagini, ma solo la notizia. È stata una decisione condivisa e abbiamo trovato un’alternativa con un editoriale dal titolo provocatorio,” ha affermato Sestini. Il suo approccio ha messo in luce il valore dell’etica nel suo lavoro, rifiutando di sacrificare i valori umani per il mero sensazionalismo.

Riflessioni sulla carriera e sul futuro

Oggi, dopo un’esperienza così interiore e critica, Massimo Sestini si trova a riflettere sul proprio ruolo di fotografo e sul significato dell’etica nella sua professione. La sua presenza di spirito nel rifiutare di mostrare immagini inopportune, nonostante il rischio di perdere opportunità professionali, rappresenta un esempio di coerenza e integrità. “Ho sempre cercato di mantenere un’etica salda nella mia professione, perché alla fine ciò che più conta è il rispetto verso le persone e le storie che ritraggo.”

Attraverso il racconto del suo incidente e del suo approccio al mondo della fotografia, Sestini ha sottolineato l’importanza che l’etica deve avere nel lavoro di chi racconta attraverso le immagini, specialmente in momenti di sofferenza o perdita.

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Cristian Lorato