Mauro Forghieri: la leggenda della Ferrari che ha rivoluzionato la Formula 1 compie 90 anni

Nella giornata odierna, 13 gennaio, ricorre il novantesimo compleanno di Mauro Forghieri, un nome che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Ferrari e della Formula 1. Nato nel 1935 a Modena, la sua vita è stata caratterizzata da esperienze formative che lo hanno reso un innovatore nel mondo delle corse automobilistiche. Questo articolo ripercorre la biografia di Forghieri, i suoi successi con la Ferrari e un episodio significativo della sua carriera.

Gli inizi turbolenti di un futuro ingegnere

Mauro Forghieri ha trascorso i primi anni della sua vita in un contesto complesso. Con frequenti trasferimenti, la sua infanzia è stata influenzata dalle vicissitudini della famiglia, in particolare dal padre, un politico recluso che ha costretto la famiglia a lasciare l’Emilia per Milano e, successivamente, Pozzuoli. Dopo aver soggiornato a Lurate Caccivio, la famiglia tornò a Modena, e queste esperienze hanno contribuito a forgiare il carattere di Mauro, instillando in lui un forte desiderio di innovare e comprendere il mondo intorno a lui.

Le memorie di Forghieri riguardano anche i momenti spensierati della sua gioventù. Ricorda con affetto le giornate trascorse al Parco Caruso di Pozzuoli, dove, ispirato dall’amore per il mare del padre, imparò a navigare. Un aneddoto che lo segna ancora oggi è il suo audace tentativo di uscire in mare da solo all’età di sette anni, un gesto di ribellione che si concluse con l’arrivo tempestivo di suo padre, scatenando una reprimenda che non ha mai dimenticato.

Un’era di successi in Ferrari

È sotto la guida di Mauro Forghieri che la Ferrari ha vissuto un periodo di straordinario successo. Non solo ha contribuito alla progettazione di vetture iconiche, ma ha anche guidato la squadra verso sette titoli mondiali Costruttori e quattro titoli Piloti, con un totale di 54 Gran Premi vinti. Questo enorme passo avanti è stato reso possibile da un team di 170 individui, rispetto ai 1.500 oggi operanti a Maranello, dimostrando il cambiamento significativo nel modo in cui la Ferrari gestisce la sua attività di corse.

Un momento chiave della carriera di Forghieri risale al 1979, quando la Ferrari, con Jody Scheckter alla guida della 312 T4, sembrava sulla buona strada per la conquista del campionato. Forghieri stava allora studiando l’innovativo motore sei cilindri turbo, una novità che prometteva prestazioni elevate. Tuttavia, la sfida era rappresentata dal ritardo di risposta del turbocompressore, problema al quale Forghieri e il suo team stavano lavorando duramente per trovare una soluzione.

L’innovazione del cambio semi-automatico

Nel tentativo di migliorare le prestazioni, Forghieri pensò a una trasmissione semi-automatica. Questa soluzione avrebbe consentito ai piloti di mantenere entrambe le mani sul volante, migliorando così i tempi di cambiata. All’epoca ci fu un dibattito interno tra i membri del team sulla scelta del cambio da utilizzare. Alcuni sostenevano l’adozione di un cambio sequenziale, come quelli utilizzati sulle moto. Tuttavia, Forghieri optò per il sistema semi-automatico, applicando attuatori idraulici per facilitare il passaggio delle marce.

Il processo di sviluppo, raccontato da Forghieri, fu piuttosto complesso. Mentre il team lavorava diligentemente su una monoposto aspirata, si rese conto che non erano disponibili attuatori idonei nel mercato. Così, si trovarono costretti a utilizzare quelli disponibili nelle macchine utensili dell’officina, piuttosto ingombranti e pesanti. Nonostante le difficoltà, lavorarono al progetto senza rivelarlo a Enzo Ferrari.

Il contributo di Gilles Villeneuve

Quando il prototipo del cambio fu pronto, il pilota scelto per i test fu Gilles Villeneuve. Forghieri ricordò i giri velocissimi registrati a Fiorano, segnando un passo avanti significativo rispetto al cambio tradizionale. Dopo però, il feedback di Villeneuve non fu quello atteso. Nonostante le prestazioni promettenti del nuovo sistema, il pilota mostrò preoccupazione per la presenza dei cavi elettrici visibili vicino ai pulsanti sul volante. Questa reazione portò Villeneuve a confrontarsi con Enzo Ferrari, bloccando così immediatamente l’implementazione del progetto.

Gli anni seguenti dimostrarono, comunque, che l’idea di Forghieri non era destinata a restare nel limbo. Nel 1989, il cambio semi-automatico venne finalmente implementato nella Ferrari 640, la quale debuttò vincentemente al Gran Premio del Brasile grazie a Nigel Mansell. Da quel momento, il concetto di cambio semi-automatico si diffuse rapidamente anche in tutto il settore automotive, consacrando definitivamente l’eredità di Mauro Forghieri nel mondo delle corse.

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