La nuova Legge di bilancio introduce un significativo rialzo delle imposte per le auto aziendali a benzina e diesel, con una svolta prevista a partire dal 2025 che intende inasprire la tassazione sui veicoli aziendali destinati all’uso misto, ossia sia lavorativo che personale.
Questa misura, destinata a generare costi aggiuntivi per le imprese che forniscono auto ai propri dipendenti, si inserisce in un ampio piano di riduzione dei cosiddetti “sussidi ambientalmente dannosi” (SAD), con un obiettivo di risparmio complessivo di 3,5 miliardi di euro entro il 2030. Tale obiettivo risponde alle linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano Strutturale di Bilancio (Psb), che mirano a ridurre il carico ambientale associato ai sussidi fiscali inquinanti.
Il cambiamento previsto influenzerà la tassazione sulle auto aziendali in uso promiscuo, che fino a ora è stata calcolata secondo un metodo forfettario basato sulle emissioni di CO₂. Attualmente, il sistema fiscale italiano applica un’imposta Irpef e contributi su tali benefici a seconda della classe di emissioni del veicolo. Gli autoveicoli assegnati ai dipendenti come fringe benefit sono tassati sul 30% del valore convenzionale determinato su una percorrenza standard di 15.000 chilometri. Tale valore di riferimento è calcolato utilizzando le tabelle redatte dall’ACI (Automobile Club d’Italia), che fissano l’imponibile per le vetture che emettono tra i 60 e i 160 grammi di CO₂ per chilometro. Se le emissioni superano tale soglia, fino a un massimo di 190 grammi, la tassazione sale al 50%, mentre per i veicoli con livelli di inquinamento molto elevati la quota si attesta al 60%. Attualmente, la maggior parte delle auto aziendali in Italia (circa il 90%) rientra in queste categorie di tassazione; veicoli a ridotto impatto ambientale come quelli elettrici o ibridi plug-in sono invece tassati al 25%.
La manovra 2025 – I valori della tassazione
La Manovra 2025 prevede una modifica strutturale di questo sistema, con una nuova base di calcolo che punta ad incentivare ulteriormente l’uso di veicoli a basse emissioni. Dal 1° gennaio 2025, i contratti per l’assegnazione di auto aziendali a benzina e diesel prevedranno una tassazione uniforme pari al 50% del valore calcolato per una percorrenza standard di 15.000 chilometri, mentre i veicoli ibridi plug-in beneficeranno di una riduzione al 20%, e le vetture elettriche saranno soggette a una tassazione ancor più favorevole, fissata al 10%.
Questo cambiamento si allinea con quanto stabilito dall’articolo 7 della Manovra, che disciplina le misure per la riduzione dei SAD. Il nuovo regime fiscale per gli autoveicoli è applicabile ai veicoli descritti nell’articolo 54, comma 1, lettere a), c) e m) del Codice della Strada (D.Lgs. 285/1992), oltre che ai motocicli e ai ciclomotori di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo. Il valore della tassazione sarà basato su un importo stabilito annualmente dall’ACI, entro il 30 novembre, e comunicato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale provvederà alla pubblicazione ufficiale entro il 31 dicembre. La nuova tassazione si applicherà a partire dal periodo di imposta successivo, con eventuali detrazioni qualora parte dei costi sia sostenuta direttamente dal dipendente.
L’imposizione di queste nuove regole rappresenta un tentativo di orientare le scelte aziendali verso veicoli meno inquinanti e promuovere una maggiore sostenibilità nei trasporti aziendali, cercando così di ridurre le emissioni complessive del parco auto nazionale.