Moto, storico ritorno in Italia: appassionati e clienti in festa, è ufficiale

Moto grande ritorno

Il ritorno di un’icona del motociclismo italiano sta suscitando entusiasmo e curiosità tra gli appassionati di moto di tutto il paese.

Dopo anni di silenzio, il marchio Malanca, che ha segnato un’epoca e fatto sognare generazioni di giovani motociclisti tra gli anni ’60 e ’80, si prepara a fare il suo ritorno sulla scena. Al recente salone Auto & Moto d’Epoca, tenutosi lo scorso weekend, il marchio bolognese ha fatto un’apparizione straordinaria, allestendo uno stand che ha attirato l’attenzione di molti visitatori. Tra i modelli esposti, spiccavano le leggendarie moto che hanno definito la storia del marchio, come il cinquantino Testa Rossa e la bicilindrica OB One 125.

Le icone del passato e un nuovo progetto per il futuro

Il Testa Rossa, noto per essere uno dei cinquantini più veloci del suo tempo, ha rappresentato un simbolo di libertà e velocità per molti giovani motociclisti. La OB One 125, con il suo design accattivante e le prestazioni di alto livello, è stata il sogno di molti sedicenni dell’epoca. Queste moto non erano solo veicoli, ma vere e proprie icone culturali che hanno segnato un’era del motociclismo italiano.

Al salone, oltre ai modelli storici, è stato presentato uno schizzo di una nuova moto progettata dal noto designer Oberdan Bezzi. Questo nuovo progetto rappresenta una monocilindrica a quattro tempi, chiaramente ispirata al Testa Rossa ma reinterpretata in chiave moderna. Questo concept è stato accolto con entusiasmo, dimostrando che Malanca ha ancora molto da dire nel panorama motociclistico contemporaneo.

Il progetto di rilancio del marchio è guidato da Mario Malanca, figlio di Marco Malanca e nipote del fondatore. La famiglia Malanca, nonostante la chiusura dell’attività nel 1986, ha mantenuto i capannoni originali a Pontecchio Marconi, nei pressi di Bologna, e ora intende riportare in vita questo pezzo di storia italiana. L’intenzione è quella di produrre modelli in piccola serie, caratterizzati da un design raffinato e dettagli unici, rivolgendosi a un pubblico di appassionati e collezionisti.

Il marchio Malanca non è nuovo alle competizioni, avendo riscosso notevoli successi fin dal 1968. Tra le sue vittorie spiccano sei campionati italiani Marche e due Gran Premi nel Motomondiale 125 del 1973, conquistati con il pilota Otello Buscherini. Nel 1981, la Malanca ha vinto il Campionato Italiano Junior Nazionali TT4 con Stefano Caracchi, e nel 1985 ha partecipato al Mondiale con una Malanca 250. La sigla OB One 125 è un omaggio a Buscherini, il cui talento e passione hanno contribuito a rendere il marchio un simbolo di eccellenza nel mondo delle corse.

Malanca attesa per il ritorno
Malanca (fergia.it)

Il ritorno della Malanca non è soltanto un’operazione commerciale, ma un omaggio alla tradizione motociclistica italiana e un tributo alla passione che ha animato intere generazioni di motociclisti. Questa rinascita rappresenta anche un’opportunità per riportare alla luce i valori di un tempo, come la cura artigianale, l’innovazione e l’amore per la velocità, reinterpretandoli in un contesto moderno.

Un futuro promettente per Malanca

La notizia del ritorno di Malanca ha già suscitato reazioni entusiaste tra gli appassionati, che vedono in questo progetto la possibilità di rivivere i gloriosi anni del motociclismo italiano. I piani per il futuro sono ancora in fase di sviluppo, ma l’uscita allo scoperto al salone Auto & Moto d’Epoca è un chiaro segnale che il marchio è pronto a tornare sulla scena e a lasciare nuovamente il segno nel mondo delle due ruote.

In un’epoca in cui il mercato delle motociclette è sempre più dominato da grandi marchi internazionali, il ritorno di Malanca rappresenta un segnale di vitalità e innovazione del panorama motociclistico italiano. Gli appassionati attendono con impazienza ulteriori sviluppi e, soprattutto, il momento in cui potranno mettere le mani su una delle nuove creazioni del marchio, testimoniando la rinascita di un’icona che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del motociclismo.

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