La Dakar 2025 ha già creato scalpore in pochi giorni di gara, con eventi che hanno sollevato interrogativi sulla gestione dei ritiri e sull’applicazione delle regole da parte della FIA. Tra i casi più discussi figura quello di Carlos Sainz, il famoso pilota spagnolo, che ha dovuto abbandonare la competizione in circostanze che hanno suscitato non poche polemiche. Questo articolo analizza i dettagli del suo ritiro e le reazioni del team Ford, evidenziando le complessità delle normative vigenti nel contesto delle gare di rally.
Carlos Sainz, pilota di punta del team Ford, ha subito un incidente durante la grueling Dakar 2025, mentre stava cercando di affrontare una delle tappe più impegnative del rally. Dopo essersi ribaltato al chilometro 327, Sainz è riuscito a riportare la sua vettura, un Ford Raptor T1, al bivacco di Bisha. Tuttavia, al termine della tappa, i commissari di gara hanno ritenuto che la barra di sicurezza fosse danneggiata in modo irreparabile. Di conseguenza, sono stati costretti a ritirarlo dalla competizione, nonostante il team fosse convinto di poter riparare il veicolo.
La federazione internazionale ha giustificato la sua decisione sostenendo che il dispositivo di sicurezza non fosse recuperabile, una posizione contestata con fermezza dal team. Il team principal Matthew Wilson ha condiviso la frustrazione per la decisione della FIA, evidenziando quanto fosse sconfortante per lui e per l’intero team sapere che Sainz avesse dato il massimo per rimettere a posto la macchina dopo l’incidente. “Il ritiro ha suscitato non solo la sua delusione, ma un senso di smarrimento tra tutti i membri del team che avevano riposto grandi speranze sulle prestazioni del pilota.”
Il team Ford ha espresso preoccupazioni riguardo alle norme che regolano il ritiro delle vetture dalla Dakar. Wilson ha fatto notare che, nel contesto della competizione, è fondamentale che i costruttori possano correggere eventuali danni strutturali a patto che le riparazioni non compromettano la sicurezza. Ha sottolineato che il suo team ha sempre rispettato le normative, ma ha invocato una revisione delle stesse per garantire che simili situazioni non si verifichino in futuro.
“Il vero spirito della Dakar dovrebbe essere quello di riparare la macchina e continuare la corsa”, ha affermato Wilson. “Tutti i costruttori sono responsabili della costruzione della roll cage fin dall’inizio, e noi eravamo certi di poterla riparare e di restituire al veicolo la stessa robustezza di prima. Ci aspettiamo che le discussioni sull’argomento siano al centro delle prossime riunioni tecniche.”
La questione sollevata è emblematico della tensione tra sicurezza e competitività nelle gare di rally, e Ford spera che ci sia una maggiore flessibilità in futuro, per permettere ai team di continuare la competizione anche in situazioni sfavorevoli.
Mentre il team Ford si preoccupava per il ritiro di Sainz, anche le condizioni di altri membri della squadra, come Nani Roma, stavano destando preoccupazione. Roma ha dovuto ritirarsi a causa di problemi al motore, un evento poco comune nel suo caso. Wilson ha commentato che il team ha aperto il motore nel tentativo di comprendere la causa del malfunzionamento, ma era impossibile farlo in condizioni ideali, date le circostanze nel deserto.
Sotto pressione, Wilson ha anche messo in luce le sfide affrontate dalla squadra durante i primi giorni di gara. Molti team, inclusi i rivali, hanno raccolto danni all’estetica delle proprie vetture, con problemi causati da ostacoli come alberi e cespugli. “Il ritmo e la difficoltà di questa edizione della Dakar sono stati una vera sorpresa. Siamo stati fortunati ad arrivare alla fase della maratona senza perdite gravissime,” ha dichiarato il team principal.
La sfortuna ha colpito la squadra in un momento in cui le aspettative erano alte. Wilson ha richiamato la determinazione di Sainz e di Roma, i quali hanno mostrato un impegno costante nel perseguire la vittoria, in particolare Sainz, che puntava al suo quinto trofeo Touareg.
Carlos Sainz, pur essendo costretto al ritiro, non sembra essersi lasciato scoraggiare. Le sue ultime parole prima di abbandonare il campo di gara sono state cariche di speranza per il futuro: “Ogni volta che ho cambiato costruttore, ho sempre avuto un incidente prima di poter vincere.” Questo approccio positivo potrebbe significare che un ritorno nel 2026 non è affatto escluso.
Il team Ford, oltre all’analisi delle regole di gara, mira a costruire su quanto appreso in questa edizione della competizione. Le sfide che si sono presentate hanno offerto un’opportunità di crescita. La speranza è che, forti delle esperienze vissute e muniti di conoscenze rinnovate, potranno avere un impatto maggiore nelle prossime edizioni della Dakar. Questo impegno pioneristico e la continua spinta verso il miglioramento potrebbero rivelarsi cruciali per affrontare le future sfide del rally.